Risulta essere in una meta esotica che viene individuata l’origine del sacrificio fisico e mentale che ha portato all’invenzione del triathlon. Una scommessa tra marines si è trasformata in una competizione sovrumana, in una sfida che si è evoluta a tal punto, fino a diventare uno sport olimpico.
Nelle Hawaii si tengono ogni anno tre difficilissime gare, diventate popolari non solo tra i suoi abitanti ma anche tra i turisti stranieri. In una, il percorso viene coperto a nuoto (3,8 km), un’altra è su una bicicletta (180), e la terza consiste in una corsa tra le più dure da affrontare: una maratona completa (42,195).
La folle idea di unire le tre gare in un’unica grande competizione portò alla creazione di una nuova disciplina che venne detta ‘Ironman’ (nel 1978) e che ha poi segnato il primo passo verso il triathlon così come lo conosciamo oggi, in una variante accessibile ad una schiera di sportivi molto più ampia.
Tale conversione ha universalizzato questo sport che, a partire dalle Olimpiadi di Sydney del 2000, è entrato ufficialmente a far parte del programma olimpico. Tale variante consiste in una traversata a nuoto di 1,5 km, una gara ciclistica di 40 km ed un’ultima corsa a piedi di 10 chilometri.
Ne esistono tuttavia numerose varianti che combinano diverse discipline. Il triathlon vero e proprio può triplicare la distanza a seconda della competizione stessa ed ammette molte altre varianti a seconda delle preferenze di chi lo pratica.
Tra i suoi parenti più stretti, ritroviamo il duathlon, che unisce corsa e ciclismo, e l’aquathlon che combina invece il nuoto e la corsa. Nel quadrathlon vi è l’aggiunta della canoa, mentre il triathlon invernale (anche detto “winter triathlon”) prevede corsa, bicicletta (mountain bike) e sci di fondo.
Qualunque sia la modalità e il clima, il cronometro non si ferma mai durante le transizioni ed i partecipanti non possono ricevere alcun aiuto esterno. In caso di foratura della ruota della bicicletta, ad esempio, essi stessi dovranno provvedere a risolvere l’imprevisto.
Il successo di questo sport sta nella sua accessibilità. Chiunque può trovare un posto in cui poter nuotare, correre o andare in bici. Partendo da un allenamento completo, i triatleti dilettanti possono iniziarsi con delle gare minori, per poi partecipare a competizioni di maggior livello.
Ma il grande ostacolo è rappresentato dalla mente. Nasce quasi come una reazione esagerata, virile e un po’ delirante ma poi diventa un bisogno continuo, solitamente passeggero, sempre che se ne riescano a ricoprire le distanze.