Il pavimento per esterni deve essere molto resistente all’azione meccanica provocata dal passaggio di mezzi pesanti come gli autoveicoli, e antiscivolo, perché in caso di ghiaccio o pioggia vengano salvaguardati i pedoni.
Porfido
Risulta essere evidente che i requisiti fondamentali per le pavimentazioni da esterno devono essere la resistenza all’usura e il coefficiente d’attrito, ma è importante anche la durabilità. Dev’essere garantita una certa facilità nelle operazioni di manutenzione, in particolare per la pulizia, soprattutto per quanto riguarda i centri urbani, la cui pavimentazione è spesso ristrutturate in superficie.
Questi particolari pavimenti sono composti da una superficie di lastre o piastrelle di varia natura ( materiali lapidei, calcestruzzo, ceramica) e da un supporto le cui caratteristiche dipendono essenzialmente dalla natura del terreno, dal tipo di carichi previsti e dalla pavimentazione desiderata.
Sono generalmente composti da rocce vulcaniche effusive ( ingnimbriti riolitiche e riodacitiche) e utilizzate per pavimenti, rivestimenti e pareti ventilate. È costituito in gran parte da una pasta vetrosa o microcristallina (65%) in cui vengono immersi piccoli cristalli di circa 2-4 mm (30-35%). In genere si trovano molti cristalli di quarzo, ma si possono trovare, anche se in piccola proporzione, feldspati e miche.
Eventualmente può essere tratta con una vernice per pavimento.
Cubetti
I cubetti sono il tipo di porfido più utilizzato, specialmente per le aree pedonali e nei centri storici. Questo perché uniscono ad un alto contenuto estetico anche una grande funzionalità, sono infatti adattabili a qualsiasi ambiente e ad ogni temperatura.
In genere questi cubetti hanno una forma cubica irregolare, ottenuta per spaccatura meccanica. La superficie superiore è a piano naturale di cava e le dimensioni variano a seconda dell’esigenze. Sono molto resistenti e hanno un buon coefficiente d’attrito.
La posatura dei cubetti avviene su uno strato di sabbia ( spessore di 4-6 cm) e vengono poi fissati con dell’acqua e un apposito macchinario che li stabilizza. I giunti vengono generalmente sigillati con la boiacca cementizia, che evita la fuoriuscita della sabbia e mantenere uniti i cubetti. Tra le varie geometrie di posa del porfido, quella più usata è sicuramente quella ad archi contrastanti, esseno la più adatta alla costruzione di strade. Grazie a questi archi infatti le spinte derivanti dai grossi carichi vengono assorbite al meglio.
Lastrame
Si recupera direttamente dalle cave alla fine della cernita del porfido. È formato appunto da lastre dalla forma poligonale con bordi irregolari e superficie in vista non lavorata. In base alla dimensione e allo spessore ( 2-7cm) se ne distinguono diversi tipi. Viene generalmente usato per marciapiedi, cortili e rivestimenti di vario genere.
Piastrelle
Oltre ad avere un grande impatto estetico, sono anche molto resistenti all’usura e agli sbalzi di temperatura. Esistono tre diverse tipologie di piastrelle di porfido:
-A spacco (o trinciate): sono squadrate attraverso la compressione e risultano quindi piuttosto irregolari. La superficie in vista è a piano naturale di cava, e lo spessore è molto vario;
-A coste segate: prodotte dalla rifilatura delle lastre grezze, hanno anch’esse la superficie in vista a piano naturale e vari spessori. Le coste sono segate;
-Fiammate: sono sottoposte a fiammatura. La superficie in vista è a piano artificiale e le coste fresate hanno lati paralleli e angoli retti. Lo spessore è uniforme è varia dai 2 ai 4 cm.
Binderi
Hanno la forma di un parallelepipedo e vengono integrate con pavimentazioni di porfido come elementi di contenimento oppure si utilizzano per creare bordi dei marciapiedi. La superficie in vista è a piano naturale, squadrata in modo preciso con lati paralleli e coste a spacco. La loro dimensione va dai 10 ai 15 cm e lo spessore è tra gli 8 e i 12 cm; la lunghezza a correre e compresa tra 10 e 30 cm. La loro posatura può essere sia allo stesso livello della pavimentazione che rialzata di qualche centimetro. Vengono generalmente usati per delimitare piazze, viali, marciapiedi, aiuole, giardini, ecc in modo particolarmente decorativo.
Altri materiali
Smolleri
Si utilizzano generalmente quando si ha una notevole pendenza ed è quindi necessaria una forte aderenza al terreno. Di superficie ruvida, gli smolleri si ottengono per mezzo delle tranciatura e vengono poi rifiniti a mano. Hanno le facce laterali a piano naturale.
Cordoli
Come i binderi assumono la forma del parallelepipedo e hanno facce a vista in piano naturale e la testa a spacco. Possono però anche presentare lavorazioni sia sui lati che sulla testa. Lo spessore varia dai 4 ai 24 cm e l’altezza va dai 20-25cm. La loro funzione non è solamente estetica, vengono infatti utilizzati anche come contenimento di pavimentazione o per creare alzate di vario genere.
Masselli di Calcestruzzo autobloccanti
Sono generalmente di forma regolare rettangolare. Sono molto resistenti e vengono per questo utilizzabili in presenza di carichi pesanti ( per esempio per i parcheggi). Essendoci discontinuità tra un elemento e l’altro, non solo non si riscontrano problemi di manutenzione ma si ottiene un ottimo drenaggio del terreno.
Prima di posare i masselli si dovrà creare un sottofondo pressato e costruire una cordonata di circa 5 cm di altezza che possa contenere la ghiaia che mantiene fermi gli autobloccanti. I masselli vengono fissati al con l’impiego di macchine vibro – compattrici. Con questo tipo di elementi si possono creare svariare forme geometriche in diversi in base all’esigenza.
Autobloccanti anticati
Ha le stesse caratteristiche del massello standard, ma è irregolare e dai contorni smussati e proprio per questo motivo sembra usurato. In realtà questo effetto si ottiene attraverso un procedimento messo in atto dopo la lavorazione e che non minimizza le proprietà dell’autobloccante. Avendo profili poco regolari ed essendo privo di spigoli vivi in genere vengono utilizzati come alternativa, visto il prezzo ridotto, alla pietra per la pavimentazione di parcheggi o aree pedonali.